The Italian TV state

| Tue, 07/05/2005 - 04:51

Stefano Rossini explains the concept of an audience strike against TV and the conditions that make such strikes necessary in Italy. As ever a useful guide to expressions is at the bottom of the article.

Come ogni scrittore di fantascienza, anche George Orwell, in parte, predisse(1) il futuro. Certo, non indovinò che l'entità protagonista(2) del suo romanzo, il grande fratello(3), potesse diventare il leit motiv di un reality show, e per fortuna, oggi il televisore possiamo ancora spegnerlo senza incappare in multe o segnalazioni all'autorità. Eppure, l'onnipresenza di un mezzo di massa come il televisore è diventata una realtà.

Comincio a chiedermi se davvero abbiamo la capacità(4) di spegnere il televisore quando vogliamo, dal momento che esiste una manifestazione come lo sciopero dei telespettatori(5). Nato a Milano nel 1996 e su scala nazionale dal 2003, lo sciopero dei telespettatori non riscuote più la curiosità(6) che aveva sollevato il primo anno di svolgimento, eppure rimane un'importante cartina tornasole(7) della situazione italiana.

Una festa, un'occasione di incontro, una scusa per uscire e visitare i musei, i centri storici, le piazze, lo sciopero della tv è molto più di tutto questo. Il solo fatto che si ripeta puntualmente da più di dieci anni una volta a semestre, e che ogni anno rosicchi qualche consenso(8) in più, soprattutto dalle amministrazioni e dagli enti comunali, provinciali e regionali, è indice di un problema sentito.

Da un lato, tutte le televisioni statali e commerciali difficilmente resistono alla sfida con il satellite, ma dall'altro la situazione italiana è, come sempre, anomala e irreversibile. Prima di tutto perché anche parlare di televisione, in Italia, è parlare di politica. Il problema del conflitto di interressi di Berlusconi è un affare di stato da quando il leader di Forza Italia è entrato di forza nella scena politica italiana. Le sue tre reti, Canale 5, Italia 1 e Rete 4, sono diventate un potente amplificatore dei suoi programmi politici. Da quando poi è al governo, e quindi controlla indirettamente anche le televisioni pubbliche, il problema è diventato palpabile.

Ma in questo caso, il problema delle tv italiane non è solamente politico. Basta dare un'occhiata ai palinsesti dei programmi per rendersi conto dei numerosi problemi che affliggono l'etere italiano. Innanzi tutto l'onnipresenza di alcuni personaggi. Le reti Rai non riescono più a liberarsi di Bruno Vespa, giornalista opinionista politico che ha letteralmente monopolizzato i teatri televisivi della prima e seconda serata di Rai 1 (l'ammiraglia della Rai) con la trasmissione Porta a Porta, un salotto in cui si discute di tutti i temi di attualitá. Molte volte la trasmissione ha sollevato polemiche e discussioni, ma in due occasioni si è toccato veramente il fondo(9). La prima in occasione del rapimento in Iraq dei primi quattro italiani, Agliana, Cupertino, Stefio e Quattrocchi e l'uccisione di quest'ultimo. La sera in cui la tragedia si svolse, l'allora ministro degli esteri Franco Frattini, era già a conoscenza di tutto ma mentì spudoratamente(10) rimangiandosi, mezz'ora dopo mezz'ora, ciò che aveva detto precedentemente, e cioè che la Farnesina (il ministero italiano degli esteri) non sapeva nulla circa la sorte degli ostaggi italiani.

Altro grande tema di discussione sono state le serate "assolo" di Berlusconi, invitato senza faccia a faccia ma libero di parlare per ore di tutto e tutti.

Dall'altra parte, le reti Mediaset devono sottostare agli ordini di Maurizio Costanzo, giornalista televisivo ora direttore artistico di Canale 5. Insieme alla compagna Maria De Filippi, madre dei peggiori talk show e reality show del paese, Maurizio Costanzo ha dato libero sfogo ai più bassi istinti televisivi e al cattivo gusto, soprattutto nel suo programma domenicale, Buona Domenica, ritrovo settimanale di tutti i personaggi più bizzarri e ridicoli della televisione, che Costanzo comanda a bacchetta come in un circo Barnum.

Certo il panorama televisivo non è solo negativo, esistono numerose trasmissioni di qualità, che spesso però sono tenute in orari poco agibili. L'anno scorso, l'attore, premio Nobel Dario Fo, curò una serie di spettacoli davanti alle più importanti chiese italiane. Il primo episodio, molto suggestivo, si svolse a Modena, davanti alla Cattedrale di Modena, uno dei più affascinanti esempi della cultura artistica romanica, chiamata anche la Bibbia di pietra(11). Sia questo che i successivi furono in seconda serata e sempre poco pubblicizzati, tanto da dare il via ad una lunga polemica tra l'attore e la Rai. Oltre alla voce fuori dal coro di Rai 3, il canale culturale della Rai, oggi anche il telegiornale e gli approfondimenti di LA 7, ex Telemontecarlo, si distinguono per il taglio conciso e non fazioso.

Ma si potrebbe parlare ancora delle fiction di scarsa qualità (spesso fotocopie di format esteri), della scomparsa del palinsesto durante i mesi estivi, del terrorismo metereologico e di molto altro. Contro tutto questo si adopera lo sciopero dei telespettatori, ma non per un anacronistico desiderio di bandire la tv (potenzialmente bella e utile), ma per poter dare più potere ai telespettatori. Per tutta la giornata del 24, 25 e 26 giugno presentando il telecomando come pegno all'ingresso di numerosi teatri, musei e cinema, si poteva entrare con lo sconto o gratuitamente, inoltre il bel tempo del fine settimana ha fatto il resto.

Alla fine dei giochi, lo sciopero non è arrivato che alla metà delle cifre che si era proposto. Nei nostri televisori è ancora presente il pulsante di spegnimento, eppure, come già aveva visto Orwell, non è così facile premerlo.

(1) predire: to predict, to forecast
(2) protagonista: protagonist, chief character
(3) grande fratello: the big brother
(4) abbiamo la capacità: we are able to (do something)
(5) sciopero dei telespettatori: Tv viewers' strike. In this event, viewers go, simbolically, on strike. For more information www.sciopero.tv (also in english).
(6) riscuotere la curiosità: to arouse/escite someone's curiosity.
(7) cartina tornasole: litmus-paper
(8) rosicchiare consensi: litt. to nibble consents. It means to gain a little bit more consents.
(9) toccare il fondo: to hit rock bottom.
(10) mentire spudoratamente: to lie shamelessly
(11) Bibbia di pietra: stone Bible, Modena Dome, is called in this way beacuse its many stautes and reliefs.

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